Sunday 17 April 2011

Ciliegi in fiore / Cherry Blossom Viewing

(For the English version, please scroll down)
La terra sotto i nostri piedi sussulta come una band di heavy metal ma il baccano non sembra intimidire i ciliegi al piano di sopra. Cosi anche quest'anno la gente e' uscita dai propri rifugi per ammirare tutti quei fiori bianchi e rosa.
La giornata e' perfetta - assolata e calda al punto giusto - cosi anche noi per una volta tanto usciamo in formazione completa: il Capo in un kimono arancione (giusto per non dare nell'occhio); il Centravanti annoiato e lamentoso che non riesce ancora a capire l'utilita' di fare una passeggiata; e io a chiudere le fila e a guardargli le spalle.
Una semplice passeggiata lungo il placido fiume Onda puo' trasformarsi in una sceneggiata napoletana se uno non sta attento. Sono mille le cose che possono andare storte e la mia tribu' e' specializzata nel far deragliare anche le uscite piu' innocue. Toni come al solito fa da apripista dichiarando, dopo soli dieci minuti di cammino, che ha i piedi pieni di vesciche. Da li e' tutta una discesa agli inferi i cui momenti clou sono:
- il Capo che si fa fotografare in tutte le posizioni
- il Capo che a ogni foto dichiara a squarciagola che come fotografo non valgo un tubo
- Luca che si sdraia in mezzo al lungofiume per fotografare un fiore di ciliegio mezzo marcio bloccando la strada
- Toni che dichiara che se non torniamo subito a casa ci denuncia al Tribunale per i Diritti Umani
- il Capo che randella Toni sulla testa e lo minaccia di mandarlo al tempio (versione giapponese del nostro "ti mando in collegio").
Fortunatamente non siamo i soli a "goderci" i ciliegi. Noto con piacere che un po' tutte le donne fanno il cicchetto al marito perche' non azzacca una foto. Mal comune mezzo gaudio...

The earth under our feet might be rocking like a heavy metal band but the cherry trees upstairs don't seem to be intimidated. So even this year many people leave their safe shelter in order to admire all those white and pink flowers.
The day is perfectly sunny and warm, and for once in a while we too go out in full formation for a walk: the Boss - not wanting to attract too much attention - wearing a bright orange kimono; the Center-Forward follows, already bored and grumbling as they don't see the point of taking a walk; while I come last, guarding their back.
A simple walk along the placid river Onda can turn into a Napoli-style tragicomedy if you are not careful. There are so many things that can go wrong, and sure enough they go wrong, even because my tribe is a specialist in derailing even the most harmless outings.
Toni, as usual, opens the dances by declaring, after only ten minutes of walking, that his feet are full of blisters. From there it goes all the way down to hell, the highlights being:
- the Boss making me take hundreds of pictures of her in all possible positions
- the Boss who after each photo shouts to the assembled crowd that as a photographer I mighty suck
- Luca sprawling in the middle of the riverfront to take a picture of a half-rotten cherry blossom thus blocking the path to the irate walkers
- Toni declaring that if we don't go back NOW he's going to report us to the High Court for Human Rights
- the Boss cracking Toni on the head and threatening to send him to the temple (Japanese version of "boarding school")
Luckily we are not the only family happily "enjoying" the cherry blossoms. I notice with pleasure that all women are bullying their husbands because they seem not to take a single picture right. Company in distress makes sorrow less...

Tuesday 12 April 2011

Arieccomi / I'm back

(For the English version, please scroll down)
In realta' non me ne sono mai andato - a differenza di non pochi miei amici e colleghi, quasi tutti i novemila e passa francesi che vivono in Giappone, ecc. Ero tentato di dire che ero stato troppo occupato (a comprare maschere antigas, sigillare la casa dalle radiazioni, allevare una mucca nel salotto, costruire un rifugio antiatomico nel giardino...) per scrivere questo blog ma la verita' (la vera verita', non quella distorta o inventata di sana pianta da molti giornali italiani e non) e' che la vita dalle mie parti e' continuata piu' o meno come prima. L'unico piccolo disagio sono stati i treni: ce n'erano meno del solito anche se alla fin fine il servizio rimane sempre migliore di quello italiano.
In questi ultimi giorni sono ricominciate le scosse. Il Giappone e' come un cane che cerca di scuotersi di dosso le ultime zecche rimaste. Speriamo che faccia presto perche' ormai ci siamo rotti tutti della situazione.
E voi come avete vissuto questo mese?

Actually I've never left - differently from not few of my friends and colleagues, almost all the nine thousand plus French who live in Japan, etc. I was tempted to say I had been too busy (buying gas masks, sealing my house against radiations, raising a cow in my living room, building a nuclear shelter in the garden...) to write this blog, but the truth (the real truth, not the one distorted or entirely made up by many newspapers, not only from Italy) is that life here has been going on more or less like before. The only little incovenience have been the trains: They don't run as often as usual, but after all the service here is still better than in Italy.
In the last few days the aftershocks have resumed. Japan is like a dog that's trying to shake the last ticks left off its back. I hope it won't take long because we all are sick and tired of this situation.
How was this month for you?

Wednesday 2 March 2011

Come due gatti / Like Two Cats

(For the English version, please scroll down)
Non capisco perche’ la gente trovi i gatti cosi affascinanti. Sono animali che ti cagano solo quando hanno fame, sete e altri bisogni altamente egoistici. Cerco tutto il giorno di evitare persone simili (cosa difficile, visto che sono la stragrande maggiornanza) e non vedo perche’ dovrei tenermi un tipo simile in casa. Personalmente preferisco di lunga i cani che quando si attaccano a una persona diventano esagerati, la seguono ovunque, le sbavano addosso – insomma sono un po’ come me.
Il Centravanti, ahime’, ha sempre mostrato un grande amore per i gatti. Mia madre ne ha uno e mia sorella ne ha quattro (e’ matta, lo so) percio’ ogni visita in Italia e’ un’occasione di festa – soprattutto per Luca, il piu’ ingenuo dei due – nonostante tutti i morsi e i graffi che rimediano.
Dopo attento studio dei miei due mostri, ho capito la causa della loro malattia: anche loro sono dei gatti:
- mi cercano solo nei momenti meno opportuni (quando sto lavorando, guardando un video porno su Internet o facendo un assolo di air guitar alla Jimi Hendrix). Per il resto fanno come se non esistessi
- se provi a toccare Toni, s’incazza come Marlon Brando in Fronte del porto. Ultimamene ha cominciato anche a graffiare.
- odiano le effusioni d’affetto – soprattutto quelle particolarmente repellenti del Capo
- hanno un udito particolare: se li chiami, gli dici di mettere a posto la loro stanza o di preparare la tavola non fanno una piega. Non reagiscono nemmeno con le cannonate ma appena sentono un debole rumore di carta stagnola drizzano le orecchie, cominciano a sbavare e arrivano correndo.

I don’t understand why people find cats so fascinating. These animals don’t give a shit about you unless they are hungry, thirsty, or have some other selfish need. I try all day to avoid such people (tough job, as they comprise most of us) so I don’t see why I should keep something like that in my house. Myself, I much prefer dogs: When they grow fond of someone they go over the top, follow them everywhere, drool all over them – just like me.
The Center-Forward, alas, has always showed a great love for cats. My mother has one, and my sister four (I know, she’s truly crazy) so every trip to Italy turns into a party for them – especially for Luca, the more naive of the two – bites and scratches notwithstanding.
After a thorough study of my two little monsters I’ve found the source of their illness: They are cats too.
- They come to me only in the most inopportune times (when I’m working, watching a porno video on the Internet, or soloing on air-guitar like Jimi Hendrix). Otherwise they go about their business as if I didn’t exist.
- If you try to touch Toni, he gets pissed off like Marlon Brando in On the Waterfront. Lately he’s starting scratching too.
- They hate any show of affection – especially the Boss’ truly revolting ones.
- They have a particularly developed hearing: If they call them, tell them to clean their room or set the table they don’t turn a hair. They don’t even react to earthquake, but as soon as they hear the muffled noise of tin foil they prick up their ears, start drooling and come running.

Wednesday 23 February 2011

Compartimenti stagni #2 (versione hardcore) / Airtight Compartments #2 (Hardcore Version)

(For the English version, please scroll down)
L’altro giorno ero a pranzo con un amico per un’intervista quando la nostra conversazione ha preso una piega interessante quanto inaspettata:
Io: E tua moglie fa sempre solo la mamma o ha ripreso a lavorare?
Lui: Ecco bravo, hai detto bene: fa solo la mamma. Ormai sembra essersi dimenticata di fare la moglie.
Io: (...)
Lui: E a te tua moglie te la da’?

A proposito di compartimenti stagni, questo e’ il modo di ragionare tipico di molti giapponesi:
- quando si mettono insieme, fanno i fuochi artificiali (mai sentito parlare dei love hotel?)
- poi diventano marito e moglie e la stufa comincia a raffreddarsi
- infine, quando nasce un bambino, diventano semplicemente papa’ e mamma – due esseri asessuati che vivono solo per i figli – e la famiglia diventa una sorta di progetto aziendale: soldi e lavoro vengono prima di tutto. No anzi, mi correggo: non “prima di tutto” perche’ dopo di loro non c’e’ niente.

Il caso del mio amico e’ esemplare: “da quando e’ nato Jimmy mia moglie pensa che il letto serva solo per dormirci. Ogni scusa e’ buona per fare altre cose. Ne abbiamo parlato tante volte, ho cercato di ragionarci sopra ma non c’e’ niente da fare.

Secondo un recente sondaggio di un grande produttore giapponese di preservativi, la gente di qui non sembra essere molto interessata a fare sesso. Infatti sono ultimi o penultimi in classifica - probabilmente battuti dai cinesi. Scusate non posso essere piu' preciso. Devo avere i dati da qualche parte ma sono troppo pigro per andarli a cercare.

“Ma allora, tua moglie te la da’ o no?” insiste il mio amico, mentre io, lo sguardo perso nel vuoto, cerco un modo di cambiare discorso.



The other day I was having lunch with a friend I had met for an interview when our conversation took an interesting albeit unexpected turn.
Me: So is your wife still just a mom or has she started working again?
Him: Yeah, you got it right. She’s just a mom now. She seems to have forgotten how to be a wife.
Me: (...)
Him: And you? Does your wife give it to you?

Speaking of airtight compartments, this is what many Japanese think about the subject:
- when they start dating, it’s fireworks all the time (ever heard of love hotels?)
- then they get married and the stove cools off little by little
- when, finally, a baby is born, they become just mom and dad – two asexual beings who only live for their children – and the family turns into a sort of business project: Job and money come before anything else. Oops, I made a mistake: not “before anything else” because after them there is nothing left.

My friend’s case is typical: “Since Jimmy was born my wife has been thinking our bed is only good for sleeping. Any excuse is good to do something else. We have talked about it many times, I’ve tried to be reasonable, but to no avail."

According to a recent worldwide survey by a major Japanese condom maker people here seem to be rather uninterested in sex. They are last or next to last in this category - probably beaten by the hapless Chinese. Sorry I can't be more precise. I have the data somewhere but I'm too lazy to look for them now.

"So does your wife give it to you?", my friend presses on as I, staring into space, try to find a way to change subject.

Tuesday 22 February 2011

Lunedi di merda / Shitty Monday

(For the English version, please scroll down)
Le parolacce non mi sono mai piaciute molto. A volte possono tornare utili, e’ vero, ma sono convinto che molti sentimenti, anche viscerali, possano essere espressi senza ricorrere alle volgarita’. In realta’ sto dicendo questo per mettere le mani avanti perche’ ci sono dei giorni in cui anch’io non posso resistere al bisogno impellente di gridare “che giornata di merda!”.
Ultimamente questa espressione colorita mi viene in mente soprattutto quando mi ritrovo a insegnare per cinque ore consecutive (55’ x 5, con 5 inutili minuti di pausa fra una lezione e l’altra). In genere queste mini maratone mi capitano il sabato mattina (la famosa ciliegina sulla torta), dalle 9:00 alle 14:00, e alla fine sono cosi stanco che quando torno a casa perdo coscienza e crollo sul parquet come un sacco di patate – per la gioia di mia moglie, che vorrebbe magari uscire a fare una passeggiata, e dei miei figli che vorrebbero giocare con il papa’ assente. (In Giappone esiste anche un’espressione per questi mariti/padri inutili: sodai gomi, che letteralmente significa “rifiuti di grandi dimensioni”).
Quando pero’ le cinque lezioni mi capitano a sorpresa - come un’imboscata - il lunedi mattina, allora metto da parte ogni remora linguistico-etica e urlo a squarciagola CHE GIORNATA DI MERDA, perche’ no, non si puo’ cominciare cosi la settimana.
Fortunatamente i miei studenti devono avere un sesto senso. Cosi il buon Satoshi, che spesso si dimentica di venire a scuola, si e’ alzato tardi e si e’ presentato alla lezione delle 9:00 con mezz’ora di ritardo. E’ inutile dire che Satoshi e’ uno dei miei studenti preferiti. Poi, alle 11:00 Ryosuke ha cancellato la sua. Vi prego di notare che Satoshi e Ryosuke sono due uomini (vabbe’ non esageriamo; due sbarbatelli di una ventina d’anni). Questa e’ cio’ che io chiamo “solidarieta’ maschile”. Mai che le mie studentesse mancassero una lezione!

I’ve never liked swearing. It’s true sometimes dirty words come handy, but I believe that feelings – even visceral responses – can be expressed without resorting to vulgarity. Actually I’m playing it safe here, because there are days when I can’t resist the urge to say “what a shitty day!”
Lately this colourful expression comes to mind every time I have to teach five hours in a row (55’ x 5, with 5 useless minutes of break in between). These mini marathons usually come on Saturdays (the famous icing on the cake), 9:00 to 14:00, and when I’m done I’m so tired that I go home, collapse on the wooden floor like a sack full of potatoes and pass out. You can imagine how pleased my Boss (who wants to go out for a walk) and the Center-Forward (who can’t wait to play with their absent dad) can be. (In Japan there is a name for these useless husbands/dads: sodai gomi, literally meaning “oversize garbage”).
But when the damned five lessons take me by surprise - like in an ambush - on Monday morning, that’s when I put any objection aside and shout at the top of my lungs WHAT A BLOODY FUCKING DAY, because no, you can’t start your week like this.
Luckily enough my students must have a sixth sense: Good old Satoshi, who often forgets his lessons, today overslept and came to his 9:00 class 30 minutes late. Then, at 11:00, Ryosuke called to cancel his lesson. Please note that both Satoshi and Ryosuke are men (okay, let’s not exaggerate; let’s say 20-something greenhorns). This is what I call “male solidarity.” My female students never miss a lesson!

Wednesday 9 February 2011

PS Compartimenti stagni / PS Airtight Compartments

(For the English version, please scroll down)
Per quelli che non sono andati a cercarselo da soli, il natto e’ uno dei piu’ acerrimi nemici degli stranieri che vivono in Giappone (soprattutto americani ed europei) e anche di non pochi giapponesi. Tecnicamente trattasi di fagioli di soia fermentati (o marci, come preferiscono definirli certe persone). In genere sono venduti in piccole confezioni di polistirolo. Quando uno apre la scatoletta, il primo impatto non e’ particolarmente allarmante: ci si trova davanti un mucchietto di mini fagioli secchi tutti appiccicati gli uni agli altri. L’orrore comincia quando si aggiunge ai fagioli un po’ di salsa di soia (o l’apposita salsa che si trova nella confezione) e si comincia a mescolare la pozione magica: l’innocuo mucchietto di fagioli si trasforma in un BLOB malefico e mefitico degno dei migliori (o peggiori) film di fantascienza degli anni ’50. L’odore che si sprigiona da questa massa filamentosa e’ tale che i piu’ impressionabili se lo sognano anche di notte. E’ per questo che ultimamente hanno creato anche la versione inodore – tanto per dire che non sono solo i forestieri a lamentarsi.
Devo dire che a me piace. Mi ci e’ voluto un po’ per abituarmici ma adesso lo mangio quasi con gusto (proverbio del gaijin: quando cominci ad apprezzare il natto vuol dire che e’ giunta l’ora di fare le valige e tornare al paese natio). E poi la soia fa bene – almeno quella old style. Peccato che ora quella americana (che viene importata in Giappone) sia quasi tutta transgenica...
PPS L’altro giorno in televisione hanno fatto vedere come il natto messo in uno stagno ne purifichi l’acqua e la renda cristallina. Non mi ricordo quante tonnellate ne siano necessarie pero’ a pensarci bene e’ una cosa magnifica. Chissa’ se riesce anche a lavare le monete vecchie come la Coca Cola?...

For those who haven’t done their homework, natto is one of the bitterest enemies of us foreigners who live in Japan (especially those who come from Europe and America) and even of not few Japanese. Technically it is fermented soya beans (some people would rather say ‘rotten’ beans). They are generally sold in small polystyrene boxes. When you open the box, at first they don’t look overly frightening: You just see a small pile of dried minibeans all sticking together. The horror begins when you add a little soy sauce (or the special sauce you find inside the box) and start mixing the magic potion: The harmless pile of beans turns into an evil and mephitic BLOB worthy of the best (or worst) SF flicks from the ‘50s. The smell emanating from this stringy thing is such that the more sensitive people dream about it at night. That’s why an odourless version has been recently invented – just to show you that we aliens are not the only ones whining about it.
I must say that I like it. It took me some time getting used to it, but now I eat it almost with gusto (gaijin proverb: When you start enjoying natto the time has come to pack your bags and head back home). Anyway, soy is good for your health – at least old style soy. Too bad the American variety (massively imported in Japan) is transgenic...
PPS The other day they showed on TV how you can pour natto into a pond in order to purify its water and make it crystal clear. I don't remember how many tons you need, but isn't it wonderful? I wonder whether you can clean old coins too like they do with Coca Cola...

Compartimenti stagni / Airtight Compartments

(For the English version, please scroll down)
Ovvero quando si hanno le idee chiare sul mangiare. Il Centravanti segue una routine particolare quando attacca i piatti che gli mette davanti il Capo: se, ad esempio, oggi c’e’ polpettone con riso bianco e verdura, prima mangia tutta l’erba (meglio togliere subito di mezzo il nemico), poi fa fuori il riso e infine si dedica alla carne. In altre parole, i due piccoli mostri non amano mischiare le cose. Interrogati ripetutamente su questa loro esotica routine, alzano le spalle e dicono che gli piace cosi. Toni e’ particolarmente recidivo: lui vivrebbe di solo riso bianco e natto (pronunciato nattoo) e ogni volta, immancabilmente, prima risucchia tutto il natto e poi mangia il riso.
Nota cultural-culinaria: in questo particolare caso non posso che essere piu’ che d’accordo perche’ effettivamente mischiare riso e natto vorrebbe dire fare un massacro.
A proposito, sapete cos’e’ il natto?

Or when you have very clear ideas on food. The Center-Forward follows a particular routine when attacking the dishes my Boss puts on the table: If, for instance, today we have meat loaf with rice and vegetables, they first finish the vegetables (it’s always better getting rid of the enemy first), then gobble up the rice, and last devote themselves to the meat. In other words, the two little monsters don’t like to mix things up. Repeatedly asked about their exotic eating habits, they just shrug the question off and say they like it this way. Toni is particularly hardcore about this. He would simply live off white rice and natto, and each and every time, unfailingly, he first sucks up all the natto and then eats the rice.
Cultural-culinary note: In this particular case I couldn’t agree more as mixing rice and natto would be akin to committing a massacre.
By the way, do you know what natto is?